venerdì 2 novembre 2007

Californication. E altri deliri.

Qualche giorno fa ho visto un video sul sito del Corriere della Sera (CorriereTV) nel quale il-di-solito-tranquillo Aldo Grasso si lanciava in una impavida invettiva al vetriolo contro la "vergognosa" programmazione dei telefilm. Guardatela per favore, non solo perchè l'immagine di Aldo Grasso che si trasforma da mite critico televisivo ad atroce perseguitatore di Tiraboschi (responsabile di Italia Uno, ribattezzato Tirapacchi) vale lo sforzo, ma anche perchè ha dannatamente ragione.

Le programmazioni dei telefilm sono da sempre materia di vergogna per il nostro Paese. Al pari di politica e mafia, dirà qualcuno. Considerando la nostra attuale scala di valori, io credo molto di più.

Poi ho scoperto, grazie al sempre attento sito di Matteo Bordone (questo post in particolare), che c'è un modo molto più semplice di seguire la serie che ci piace. Più veloce, indipendente dai capricci auditel-guidati delle reti italiane ed anche "in anticipo" rispetto alle letargiche velocità alle quali ItaliaUno e compagnia ci hanno abituato.

Esiste questo sito, Watch TV Sitcoms.com, che forse avrà i giorni contati, che ti permette di vedere l'episodio che vuoi, quando vuoi e senza pubblicità. Il prezzo da pagare è la lingua inglese, ma credo che sforzarsi un pò non faccia male a nessuno di noi, data l'etichetta di "penosi conoscitori di lingua inglese" che tutto il mondo, giustamente, ci appioppa.

Ed ecco che ho scoperto la nuova serie
Californication, con David Duchovny, che smessi i panni che indossava in quella palla di telefilm che era X-Files, interpreta uno disastrato scrittore donnaiolo che nella prima puntata va a letto con la figlia sedicenne del prossimo marito della sua ex, alla quale porge la fantastica domanda "How old she might be?". Lei, inconsapevole ovviamente risponde "She IS sixteen"...
(la provocante sixteen-years-old è interpretata dalla ex-bimbetta de LA TATA...)

Prima scena spettacolare. Non anticipo niente, andate a vedere il primo episodio qui, poi mi dite se mi sbaglio. Episodi come questo a parte, nonostante sia classificato come "vietato ai minori di" per linguaggio e scene oscene, violenza e contenuti "da adulti" è comunque di stampo malinconico.

Non pensavo proprio di poter considerare azzeccata una sigla dove una Porsche con a bordo Mulder (o Scully, checazzoneso...) scorazza per le strade della California con "You can't always get what you want" sullo sfondo... Difficile non abusare di questa canzone. Ce l'hanno fatta.
E anche la scena finale: "Rocket Man". E ne esce molto bene.

Ha ragione Matteo Bordone quando dice che, nonostante le apparenze da solito telefilm maschilista da maschi, si tratta di una serie su una storia d’amore. È effettivamente raccontata in modo insolito, ma non sta scritto da nessuna parte che le cose non possano andare anche così. È un frequente stereotipo considerare l’uomo come insensibile alle questioni di coppia. Qui i sentimenti emergono, in modo buffo, assurdo, volgare e talvolta deficiente. Ma è anche questo che piace.


Alcune citazioni dal primo episodio che solo alcuni fan (come me) di un noto scrittore Angelino possono cogliere:

-il protagonista Duchovny nella serie fa lo scrittore e si chiama HANK
-una delle prime frasi che gli rivolge la sua ex è “You are a dirty old man!”

Il cerchio si chiude.