venerdì 8 agosto 2008

Friday I'm in love

In Italia il governo ha deciso di inviare i militari in molte città.
"Vogliamo eliminare la paura" annuncia fiero il Ministro della Difesa Ignazio La Russa a sostegno del nuovo piano di sicurezza.

Complimenti Ministro, non avevo paura ma forse adesso ne ho, insieme a tristezza e desolazione.

Al di là degli aiuti concreti e della ferrea repressione del crimine, ammesso e non concesso che miglioramenti possano arrivare, è il messaggio che non va.

Militari richiamano armi, guerra e tensione, non un bel modo per rasserenare gli animi e colorare le strade.

Di ritorno da una breve tappa a Belfast e Derry-Londonderry (sunday bloody sunday), dove alcuni quartieri mettono ancora i brividi, penso che le nostre siano solo inutili e offensive pagliacciate.

Per ritornare easy,

LIBRI

La confraternita dell'uva - J. Fante (1977)
Ancora una notte - R. Chandler (1958)
Il vecchio e il mare - E. Hemingway (1952)

MUSICA

The Chess Box - Etta James (2000)
Monetine - Daniele Silvestri (2008)
D'amore, di morte e di altre sciocchezze - Francesco Guccini (1996)
Suedehead. The best of Morrissey - Morrissey (1997)
Horses - Patti Smith (1975)
In direzione ostinata e contraria - Fabrizio De Andrè (2005)

martedì 10 giugno 2008

Waiting for...the Reunion.

Ragazzi leggo le mails. Venite qua. Fucking deadly.

Notizia tremenda e voluttuosa. Poi tirate fuori Hvar e Tossa, si possono aggiungere London e Munchen ma anche tranquilli week end di paura sulla linea Lidi-Marina. Capisci senza sforzo che in fondo questo vale la vita.

Avanti spolpiamo fino all'orgasmo questi nostri giorni verdi.

Tanto per tenervi aggiornati, e magari solleticare la fantasia, vi mostro uno dei passatempi più gettonati degli italiani qui a Dublino.

Colpa d'Alfredo


One more tune.

Four more Guinness.

venerdì 6 giugno 2008

IT'S GINO TIME.

Mancano circa 3 ore alla palla a due di gara 1 delle finali NBA 2008, che come mezzo mondo saprà, vedono scontrarsi, nella più classica delle sfide, i Boston Celtics e i Los Angeles Lakers.
(Per rendere il tenore della sfida più comprensibile alle nostre menti calcio-dipendenti, pensate a Italia-Brasile. Se neanche questo vi dice nulla, vi invidio parecchio per la vostra impermeabilità.)

Da fanatico e disoccupato quale sono, ho già letto di tutto su questo argomento, quindi non sarà difficile per nessuno leggere cifre, numeri e aneddoti che cercano di spiegare a parole quanto leggendaria sia questa finale e quali incredibili momenti storici ricordi. Mi guardo bene quindi, dal riportare noiose e banali annotazioni di questo tipo.
Voglio però qui, ora, svelare ai più la meravigliosa storia che tanto fa impazzire i mai troppo svegli tifosi dei Celtics.

Si tratta di GINO, la prima, a memoria di primate verde, mascotte virtuale.
Ne avevo già sentito parlare, ma il Boston Globe mi ha illuminato a dovere. Avrei dovuto saperlo: a cazzate, a Boston, si è sempre avanti... Qui trovate due info in più.

Per capire un pò meglio è necessario un piccolo antefatto (sudo abbondantemente nel mischiare queste due cose, come nel mescolare il santo e il profano, il sangue e la... va bè, avete capito).

Red Auerbach, il più incredibile allenatore dei Celtics, icona quasi religiosa di Boston e dell'NBA in generale, aveva l'abitudine di accendersi un sigaro, quando si accorgeva che la partita era virtualmente finita e suoi ragazzi si apprestavano a portare a casa il risultato. E' un gesto che significava che ormai non c'era più nulla da fare, la partita era vinta. Con discutibile originalità da un pò di anni ci sorbiamo la scenetta di Dan Peterson (ex-coach e purtroppo non ancora ex-commentatore), che sputa fuori il suo fastidioso "Mamma, butta la pasta!".

Oggi, invece, quando le partite casalinghe dei biancoverdi hanno ormai preso inevitabilmente la via dei Celtics, ecco che compare GINO, sugli schermi del Jumbotron, il cubo che pende dal soffitto degli impianti sportivi americani. GINO altri non è che uno dei ballerini di uno show anni '70, le cui immagini compaiono sugli schermi sulle note di una coinvolgente "Shake Your Booty".
Niente di anomalo, se non che alla vista di GINO, un Carlito Brigante che indossa una t-shirt attillata con il simbolo del mitico Gino Vannelli, la folla impazzisce letteralmente per i suoi spassosi passi. Ci sono anche i contest "Can you dance like Gino?" e il "GINO look-alike contest".

Dicono a Boston: "His shirt is too tight. But his moves are just right."

Non dico nient'altro, lascio una clip.

Da Red Auerbach a GINO. Forse le finali, oggi, sono tutto, ma non classiche.

Almeno per un paio d'ore oggi, si parlerà di basket.

martedì 13 maggio 2008

Spulciando su youtube.

Intervista a De Gregori - 3 Ottobre 1990


A parte la solita eleganza e dolcezza di De Gregori e la solita genuinità un pò cialtrona di Red Ronnie, ditemi, ma Vasco non fa ridere e piangere allo stesso tempo?!?

Fatevi anche i tipi incazzati che si scagliano ora su uno, ora sull'altro...

Poi, visto che in Opatov si legge alla grande:


De Gregori su John Fante (Chiedi alla polvere)


Cheers


sabato 12 aprile 2008

IL MIO VP

Dato che siamo in pieno silenzio elettorale mi trovo costretto a evitare commenti politici.
Peccato essere arrivati tardi, quando cioè tutta la vicenda aveva già preso le forme della storiella. E' infatti leggendo il San Francisco Gate che ho scoperto che quache giorno fa sul sito della casa bianca sono comparse alcune foto del nostro vice presidente preferito, Dick Cheney, alle prese con una rilassante battuta di pesca. Tra le foto, pubblicate probabilmente per cercare (inutilmente) di alzare la già elevatissima popolarità di DICK, c'è n'è una che lo ritrae in un fiero primo piano, con tanto di cappello e occhiali da sole. Fin qui, niente di strano.
Molti, forse quelli che lo conoscono meglio, hanno individuato, nel riflesso degli occhiali stessi, l'immagine specchiata di una donna nuda, vero motivo del sorrisone di DICK. Queste sono le gite in barca che ci aspettiamo dai nostri. leader. Peccato aver dovuto, mentendo, smentire e appellarsi ad un'illusione ottica.
Noi, DICK, che sappiamo la verità, da oggi, ti apprezziamo ancora di più.