sabato 14 febbraio 2009

N.A.

A tutta pagina sul Corriere di ieri, questo articolo.

...
«Noto che esiste una sorta di sentimentalismo assurdo tra i giovani. Si dà molto spazio ai sentimenti, ai fidanzati, agli amori, poi però capita che la stessa persona che esprime tutto questo "cuore" è capace di uscire la sera e trovare uno per strada e riempirlo di botte. L' Italian Psycho non è lo yuppie di Bret Easton Ellis che esce e uccide i barboni, ma è un ragazzetto innamorato, che scrive sotto casa lettere d' amore con lo spray alla fidanzata, le fa il regalo a San Valentino e quando sta con gli amici scambia uno stupro con qualcosa di carino e pensa che in fondo dare fuoco a un marocchino non sia particolarmente terribile. Credo che ci sia una rottura della grammatica del sentimento. Oggi tutto deve essere espresso, tutto si può fare in pubblico, puoi piangere di fronte agli altri, puoi dire quello che pensi e quello che provi. Ti viene insegnato che esprimersi, anche nelle debolezze, è una cosa buona. Io invece non credo che sia così sano, penso che tenersi i sentimenti per sé, vivere il lutto con dignità, la perdita di un amore con forza, saper nascondere quello che si prova e avere un' idea di se stessi rispetto agli altri sia fondamentale. Questo non esiste più: la tv, i reality mostrano ragazzini sollecitati a un punto tale che reagiscono piangendo, strillando. Su quello si modulano oggi i sentimenti».
E poi c' è un' altra cosa, secondo Ammaniti: l' estinzione, con il nuovo millennio, della figuraccia (anche se lui la chiama in modo più colorito).
«La figuraccia è fare qualcosa di inappropriato dal punto di vista etico, comportamentale, rispetto a certe regole sociali che magari possono anche essere sbagliate. Ora puoi fare delle figure terribili e queste non solo non ti nuocciono, ma ti fanno anche risultare più simpatico».
...

Intervista a Niccolò Ammaniti, Corriere della Sera, 13 Febbraio 2009.